CHIRURGIA ESTETICA E BELLEZZA: NUOVE LINEE GUIDA EUROPEE

L’obiettivo è la tutela dei pazienti, della loro sicurezza e delle loro aspettative. Questo il fine ultimo del documento prodotto dall’European Committee for Standardization che fornisce a 33 Paesi della comunità le linee guida da seguire in ambito estetico. Tra i temi: l’uso di photoshop, il turismo medico, l’età minima per il primo intervento di chirurgia estetica. Ma andiamo con ordine.

Il primo punto riguarda l’immagine e le pubblicità legate al corpo, con l’indicazione di interrompere l’uso di photoshop e di modelle perfette che creano false aspettative nelle pazienti. Giro di vite anche sulle pubblicità con offerte-lancio e messaggi illusori, così come in quella notevole tendenza che si registra da qualche anno circa il turismo medico che promette ottimi risultati a prezzi irrisori. In altri termini il Committee chiede più chiarezza e meno approccio puramente commerciale.

Ma non si ferma qui. Tra le altre indicazioni merita una sottolineatura la chiarezza circa la reale competenza dei medici e dei chirurghi così come le indicazioni sull’età minima alla quale sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica. Infine, si legge nel documento, che è necessaria maggiore chiarezza sui rischi e i postumi di ogni intervento talvolta spiegati senza la giusta puntualità.

Insomma si tratta di una notevole stretta intorno a quei centri estetici e a quelle cliniche di presunti esperti che affollano parte di questo settore. Il documento prodotto dal comitato europeo è stato ratificato dall’Ente Italiano di normazioni (UNI) ed è entrato a far parte del corpo normativo. Il testo integrale purtroppo è consultabile solo a pagamento sul sito dell’Ente Uni ma di recente è uscito un articolo a riguardo su repubblica.it (clicca qui per leggerlo) che ne individua i temi centrali.

Il primo aspetto che gli esperti affrontano apertamente è quello della pubblicità. Il comitato chiede la creazione di standard comuni a tutti i Paesi, in modo che gli slogan siano onesti e dignitosi, considerando anche la responsabilità sociale della comunicazione. Ma si va anche oltre, specificando che nessuna modella dovrebbe essere impiegata negli spot e che deve esserci maggiore trasparenza anche nei contenuti di blog e siti internet. Le identità e le qualifiche dei medici e degli operatori che li scrivono dovrebbero essere dichiarate. Nessun testimonial deve ricevere compensi economici e che non si parli più di clienti ma di pazienti.

Condannato (per fortuna) anche l’uso di software di fotoritocco, la pratica di puntare tutti i messaggi su rate e sconti senza dichiarare in modo trasparente il costo di un intervento. Invitati, infine, gli specialisti a non percepire compensi economici per apparire in tv, radio o sulla carta stampata.
Il comitato ha puntato l’indice anche contro il turismo medico perché “raramente è fatto nell’interesse dei pazienti” tanto da stilare un vero e proprio inventario delle sale operatori e degli interventi, dei rischi e delle età più adatte per sottoporsi a una determinata operazione.

Si scopre così che nessun intervento, dall’aspirazione del grasso locale per rimpolpare gli zigomi alla blefaroplastica e al lifting, dalla liposuzione all’aumento del seno, è da ritenere ‘soft’. Tutte le operazioni sono infatti classificate con le lettere C e D (dove A equivale a rischio minimo, B moderato e transitorio, C danno permanente che non danneggia le funzioni vitale e D handicap con danni funzionali). La classificazione sottolinea anche che gli unici interventi che prima dei 18 anni di età sono tollerati sono la correzione delle orecchie a sventola, la riduzione del seno e la correzione delle areole mammarie.

Importante, infine, la precisazione sulle figure mediche autorizzate e sulle competenze. Il comitato raccomanda le autorità dei singoli Paesi di delineare precisi iter formativi riconosciuti per i medici che non hanno seguito percorsi di studio universitari che includano training in chirurgia estetica.

Dr. Francesco Malatesta - Chirurgia Plastica ed Estetica

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