Mastoplastica Additiva – Aumento Del Seno
La mastoplastica additiva
La mastoplastica additiva è l’intervento preposto all’aumento del volume del seno e consiste essenzialmente nell’impianto di una protesi al suo interno.
E’ uno degli interventi più richiesti in Chirurgia Plastica, si esegue in sala operatoria in presenza di un anestesista, solitamente in anestesia generale e dura circa un’ora e mezzo.
Dopo un accurato disegno pre-operatorio e dopo aver valutato alcune misure, si pratica un incisione cutanea, si raggiunge la profondità desiderata, si crea una tasca dove si impianta la protesi, si posiziona un drenaggio per evitare accumuli di sangue, si suturano i tessuti in più strati fino alla cute che viene chiusa con una sutura intradermica.
Ci sono molte varianti di tecnica e di materiali, per brevità descriverò i punti principali:
Vie di accesso, cioè dove si pratica l’incisione
Piano di posizionamento della protesi
- Sottomuscolare – la protesi è posizionata al di dotto del muscolo grande pettorale
- Sottoghiandolare – la protesi viene posizionata sotto alla ghiandola mammaria e sopra al muscolo grande pettorale
- Tecnica sottofasciale – la protesi viene posizionata al di sotto della fascia del muscolo gran pettorale
- Tecnica mista – la protesi posizionata in parte sotto la ghiandola e in parte sotto il muscolo
Forma delle protesi
- Rotonda
- Anatomica – a goccia
Superficie delle protesi
- Liscia – attualmente poco usata
- Rugosa – ha una particolare rugosità detta testurizzazione, è il tipo maggiormente utilizzato e che conferisce maggiori garanzie rispetto a quella liscia, in particolare nei confronti della contrattura capsulare, che è una delle più temute complicanze di questo intervento
- Rivestita di poliuretano – questo tipo di rivestimento, che si trova all’esterno della protesi di silicone, garantisce nel tempo una minore probabilità di formazione della contrattura capsulare
Contenuto delle protesi
- silicone – sicuramente il materiale più utilizzato; il tipo di silicone utilizzato è organizzato in un particolare gel grazie alla cui coesività viene garantita nel tempo la resa estetica e ridotta al minimo la possibilità di fuoriuscita del suddetto in caso di rottura della protesi
- soluzione salina – molto utilizzato fino a poco tempo fa negli USA a causa del divieto di utilizzo del silicone, autorizzato attualmente dall’FDA anche in questo paese.
- idrogel – poco utilizzato
- (altri tipi di contenuto sono stati sperimentati negli anni con pessimi risultati)
A seconda delle singole situazioni di partenza si possono rendere necessarie ulteriori procedure come l’asportazione di porzione di cute attorno all’areola, un sollevamento della mammella (pessi) o la rielaborazione interna della ghiandola mammaria.
Le possibili complicanze sono: quelle generiche legate all’anestesia, rare in soggetti in buono stato di salute; localmente: sanguinamento, ematoma, sieroma (accumulo di liquido), infezione, malposizionamento della protesi, cicatrizzazione patologica, contrazione capsulare; inoltre a distanza tempo, anche di molti anni a seguito dell’invecchiamento dei tessuti dell’area mammaria è possibile che l’aspetto del seno non sia più gradevole e che si debba reintervenire.